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Da Inglese a Francese: Luca Marinelli, Shooting Star at the Berlinale Detailed field: Cinema, Film, TV, Teatro
Testo originale - Inglese "Prime e seconde e terze parole. Perché ho mancato i giorni, tutti, nella loro interezza, sono stato il peggior giornalista inviato sul campo che la storia della cronaca ricordi. Di questo chiedo venia, ma gli impegni furono molti e tra cercare di mettere in ordine le idee, i concetti, ho mancato l'appuntamento. Sono qui ora in veste non di mediatore ma di rimediatore. Curerò questa falla. Questi tre giorni sono passati molto velocemente ma al loro interno vi sono una miriade di momenti che ora fanno parte di ricordi indelebili. Il primo giorno è stato più che altro dedicato all'accoglienza e alla conoscenza reciproca. Siamo arrivati all'hotel che ci ospitava, un po' alla spicciolata e abbiamo cominciato a fare gruppo, scambiarci complimenti e sorrisi. Già in parte, in piccola parte, ci conoscevamo anche senza mai esserci incontrati poiché settimane prima ci erano stati consegnati i DVD per ogni film, per ognuno di noi. Il secondo giorno è stato il più operoso. Abbiamo incontrato molti casting internazionali e partecipato ad interviste di ogni genere. Per ogni genere si intende: televisioni, radio, giornali e round-table ( luogo ove si sta seduti, la maggior parte delle volte attorno ad un tavolo - da questo il nome - e si viene accerchiati da un gruppo di giornalisti). Era bella la sensazione di sentirsi oltre frontiera, di essersi affacciati oltre i confini ed essere visti, notati. Era anche particolare essere intervistato da giornalisti italiani in inglese, da persone che il loro lavoro lo fanno oramai in un altro posto che purtroppo non è più l'Italia. Il terzo è stato il più bello. Tutti insieme, sempre insieme. Eravamo un gruppo, tutto il giorno. Ricordo bene le ultime ore. Ci siamo ritrovati schierati in fila dietro le quinte, a sostenerci l'un l'altro. Da lì, da dietro quelle quinte si viene poi chiamati, uno alla volta, e un piede dopo l'altro si arriva a collezionare i passi che comporranno il piccolo cammino verso quel bel premio che lì attende, quel giorno nella mani di Julie Delpy ed Ethan Hawke. Credo di essere stato il più rapido, stretta di mano, premio e via veloce al segno. Ma devo ammettere che una volta in fila, li al mio posto, mi sono gustato quel momento. Gli occhi sul teatro, sulle persone, su di noi, su quello che stava accadendo. Era bello essere lì, tutti insieme. E poi via dietro le quinte di nuovo e verso la nostra festa dove per l'ultima volta siamo stati salutati e ci siamo salutati, con la promessa di vedersi presto, perché sarebbe veramente un peccato non ritrovarsi più. Ora tutto è finito e quello che posso dire è che l'esperienza non verrà dimenticata facilmente, che un altro passo è stato fatto, importante, che mi ha fatto capire guardando i miei colleghi, quanto in questo lavoro è importante la serietà, la maturità, la forza d'animo, ed un'energia pulita, che prima o poi un giorno viene ripagata. Detto questo ora concludo, Da Berlino è tutto, e ci si sente alla prossima. Licenziato in tronco".
Traduzione - Francese
The actor of “Every Blessed Day” tells us about his experience
Luca Marinelli, the protagonist of Paolo Virzì’s “Every Blessed Day” and “The Solitude of Prime Numbers” is one of the most distinctive and appreciated talents of Italian film. He represented Italy at the Berlinale’s “Shooting Stars” event, a unique programme in Europe that selects and promotes ten young actors from all over the world every year. A showcase that helped launch the careers of actors such as Daniel Craig, Ludivine Sagnier, Rachel Weisz and Nina Hoss.
On this special occasion - however, only after the festival had ended due to the previous intense and challenging days in the spotlight - Luca Marinelli sent us a note describing his festival experience.
So, here are the closing words directly from Berlin from our very special reporter Luca Marinelli:
“First and second and third words.
Since I missed the days, all of them and completely, I have been the worst journalist that history of news reporting will ever remember.
For this I apologise but many commitments needed to be fulfilled and in my attempt to sort out ideas and concepts, I simply missed my appointment.
Now I can only try to make up for my failure.
These three days have gone by very quickly but among them, there are plenty of moments that will become indelible memories.
The first day was mainly dedicated to our welcome and becoming acquainted. We arrived at the hotel in dribs and drabs and started to get together as a group, exchanging compliments and smiles.
We already knew each other a very little - without ever having met - since each one of us had received the DVD for each movie a few weeks earlier.
The second day was the most laborious one. We met many international casting directors and gave all kinds of interviews. And by “all kinds” I mean: television, radio, newspapers and round tables (a place where you are seated, most of the time around a table – hence the name – surrounded by a group of journalists).
I enjoyed the feeling of being abroad and daring to take a look beyond the borders and being seen, noticed.
It was unusual for me to give interviews in English to Italian journalists, people who now unfortunately no longer work in Italy.
The third day was the best. Together all the time. We were a group, all day long. I especially remember the last hours.
We were all lined up in a row behind the scenes, supporting each other. From there, we were called on stage one at a time, and with one footstep after the other we managed to collect our steps that composed the path towards this beautiful award that awaited us, handed to us by Julie Delpy and Ethan Hawke.
I believe I was the fastest one of all, handshake, award and I was gone.
But I must admit, that once I got back to the line to my place, I savoured the moment. Looking at the theatre, at the people, at us, at what was happening. It was nice being there all together.
And then back behind the scenes again, and to our party where we were greeted one last time. We said goodbye with the promise to meet again soon, because it would really be a pity not to.
Now it is over and I can say that this experience will not be easily forgotten, another step has been taken, an important one. Looking at my colleagues made me realise the importance of reliability, maturity, persistence and energy for this profession and that you will be rewarded for it eventually.
Having said all this, I will now come to an end. This is it from Berlin, see you next time.
Laid-off without notice.”
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