Formazione universitaria e realtà aziendale
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Jul 17, 2019

Buonasera a tutti,

sono una studentessa di Traduzione con alcuni dubbi sulla figura del traduttore in relazione al mondo del lavoro al di fuori di questo campo.

Al momento sto lavorando in un'azienda che ha poco a che vedere con il mio percorso universitario (ma ho comunque voluto provare quest'esperienza, dalla quale ho comunque imparato varie cose). Il mio datore di lavoro, sapendo quali sono i miei studi, mi ha chiesto varie volte di tradurre alcuni testi specialisti
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Buonasera a tutti,

sono una studentessa di Traduzione con alcuni dubbi sulla figura del traduttore in relazione al mondo del lavoro al di fuori di questo campo.

Al momento sto lavorando in un'azienda che ha poco a che vedere con il mio percorso universitario (ma ho comunque voluto provare quest'esperienza, dalla quale ho comunque imparato varie cose). Il mio datore di lavoro, sapendo quali sono i miei studi, mi ha chiesto varie volte di tradurre alcuni testi specialistici (a volte dall'inglese in italiano, altre - più spesso - dall'italiano verso l'inglese). Ora, io ho fatto presente che teoricamente un traduttore dovrebbe tradurre verso la propria lingua madre e non verso una lingua straniera o che, se è strettamente necessario fare una traduzione in attiva, bisogna perlomeno richiedere una revisione a un professionista madrelingua, ma le mie parole sono state interpretate più come pignoleria che come "professionalità" (se si può considerare così). Credo che questo atteggiamento derivi dal fatto che sono stata inserita in un contesto non perfettamente in linea con i miei studi e che loro, non conoscendo bene la professione del traduttore, si aspettano da me delle competenze e delle prestazioni che non corrispondono pienamente a quelle proprie di una professione in ambito linguistico. In sostanza sono combattuta tra il voler imporre le mie ragioni e seguire il "dovere morale", e l'obbedire perché è quello che si aspettano da me (e uno degli aspetti che mi interessano di più di questo lavoro, non essendo, come già detto, lo sbocco occupazionale principale offerto dal mio corso di studi). In ogni caso vorrei evitare di contribuire a danneggiare un mercato già difficile come quello della traduzione, quindi cerco di essere il più precisa possibile e di avvalermi del parere di esperti madrelingua (che il mio datore di lavoro lo accetti o no, per ragioni di tempo e costi).

Un altro dubbio che ho riguarda un potenziale corso di lingue aziendale. Mi è stato chiesto di insegnare inglese agli altri dipendenti; non avendo una laurea in Lingue e letterature straniere, secondo voi è comunque possibile organizzare delle lezioni (massimo a livello B1, credo), magari cercando di studiare qualche contenuto di Glottodidattica e documentandosi su metodi e tecniche di insegnamento? Voglio dire: secondo voi sono richieste competenze più specifiche (come penso, essendo un corso in un contesto professionale) rispetto a delle comuni lezioni private, o la sostanza è la stessa? Come considerate un insegnamento di questo tipo svolto da un laureato in Traduzione? Le lezioni comunque riguarderebbero principalmente la grammatica e la conversazione.

Ringrazio in anticipo chiunque voglia rispondere a questo lungo post e darmi un parere in merito.
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Fiona Grace Peterson
Fiona Grace Peterson  Identity Verified
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Risparmiare... a che costo? Jul 18, 2019

Buongiorno Pam e benvenuta su Proz!

Pam_ wrote:
le mie parole sono state interpretate più come pignoleria che come "professionalità" (se si può considerare così).


Pam_ wrote:
loro, non conoscendo bene la professione del traduttore, si aspettano da me delle competenze e delle prestazioni che non corrispondono pienamente a quelle proprie di una professione in ambito linguistico.


Al mio umile parere, mi sembra che il tuo datore di lavoro voglia risparmiare a tutti costi. Purtroppo il mondo nè è pieno. Ci sono diverse "scuole di pensiero", se le possiamo chiamare così... il Web è pieno di esempio di testi tradotti malissimo. Che fanno anche ridere, se vogliamo. Però io credo che in qualsiasi campo, dal "semplice" menu, al manuale tecnico, al referto medico... ci sia il rischio che qualcuno potrebbe essere danneggiato. E io non so quanto sarebbe disposto il tuo datore di lavoro di assumersi la responsibilità di tale eventualità.

Nel mondo della traduzione professionale, come dettato anche da vari codici deontologici dei vari associazioni, un testo andrebbe tradotto solo da chi ne è capace.
Questa presa di posizione non è "pignoleria", come suggerisce il tuo datore di lavoro, ma è professionalità. Quindi devi valutare tu se sei in grado o meno di fare una traduzione che è fedele al testo originale.


Pam_ wrote:
secondo voi è comunque possibile organizzare delle lezioni (massimo a livello B1, credo), magari cercando di studiare qualche contenuto di Glottodidattica e documentandosi su metodi e tecniche di insegnamento? Voglio dire: secondo voi sono richieste competenze più specifiche (come penso, essendo un corso in un contesto professionale) rispetto a delle comuni lezioni private, o la sostanza è la stessa?


Ho insegnato inglese per vari anni in un contesto professionale (formazione aziendale), e ti posso assicurare che insegnare ad un gruppo richiede delle competenze ben diverse dalle lezioni individuali. Devi poter valutare le capacità degli studenti, poter pianificare il corso di studio, capire quando è il momento di proporre vari esercizi all'interno della lezione, riconoscere i loro errori e quindi affrontare gli esercizi giusti per poter colmare le varie lacune che loro hanno. E' chiaro che si può sempre "insegnare" ai livelli più basilari, ma dipende tutto dalle loro aspettative. Che argomenti vogliono affrontare? Ti senti in grado di fare conversazione in quel contesto? Lo puoi giudicare solo tu in base delle tue attuali conoscenze e capacità.

Credo che alla fine sia sbagliato far una cosa perché un'altro ci crede capace di farlo... alla fine l'esperienza la fai sulla tua propria pelle, ed "ci metti tu la faccia". Devi sentirti in grado TU, non fare una cosa solo perchè la pretende il tuo datore di lavoro.

In bocca al lupo!


Elena Mordenti
 
Pam_
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Local time: 10:24
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In effetti... Jul 18, 2019

Buonasera Fiona,

forse è vero che dovrei insistere un po' di più e cercare di far capire come bisognerebbe affrontare incarichi di questo tipo senza "sentirmi in colpa" per non rispettare appieno le loro aspettative... Forse deriva anche dal fatto che sono alle prime esperienze lavorative.

Grazie mille per il tuo punto di vista, che mi sento di condividere.


 


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